21 Luglio 2020
Chiusure a New York dopo il coronavirus: luoghi storici, bar e ristoranti
La ripresa e la fine del lockdown non hanno impedito alcune chiusure a New York dopo il coronavirus. Una serie di ristoranti celebri, negozi e locali storici sono stati impossibilitati a sostenere le pressioni degli ultimi mesi e riprendere regolarmente le attività.
Untapped Cities, un portale americano, ha pubblicato la lista delle prime chiusure ufficiali. Compaiono tra gli altri nomi iconici, diventati un simbolo per gli abitanti della Grande Mela e tanti turisti. Prima di elencarvi le chiusure a New York dopo il coronavirus, vi ricordiamo che trovate un articolo sul blog dedicato alle attrazioni che hanno aperto i battenti in queste settimane.
Chiusure a New York dopo il coronavirus: i luoghi storici
Omni Berkshire Place
Un comunicato sul sito annuncia la chiusura permanente dell’hotel Omni Berkshire Place, in seguito alle restrizioni di viaggio imposte dalla pandemia. Oltre 94 anni di storia, dal 1926 quando è stato realizzato da Warren & Wetmore, gli stessi del progetto della Grand Central Station, con l’obiettivo di ospitare appartamenti e hotel di alta gamma. Secondo una prima ipotesi, lo stabile potrebbe diventare la sede di alcuni uffici data la posizione strategica.
Record Mart
Entrando nella fermata della metro di Times Square era impossibile non fare caso a Record Mart. Fondato nel 1958 da Jesse Moskowitz e Bob Stack è stato il primo store di dischi e appassionati di musica a Manhattan che inizialmente si trovava alla fermata metro di Union Square. Con un foglio stampato appeso alla vetrina, il proprietario Lou Moskowitz ha annunciato la chiusura definitiva del negozio, un punto di riferimento per i newyorkesi e i turisti da ogni parte del mondo.
(Pic credit: loro pagina ufficiale di FB)
Cupping Room Cafe
Un post sul profilo Instagram di Cupping Room Cafe ha annunciato la fine della storia del locale nel cuore di Soho aperto dal 1977. Nel messaggio pubblicato sui social, i proprietari ricordano i momenti conviviali passati insieme e ringraziano i propri clienti per il supporto di questi anni.
John Jovino Gun Shop
Tra le chiusure a New York dopo il coronavirus appare John Govino Gun Shop. A Little Italy dal 1911, è il più antico rivenditore di pistole di New York City ed è diventato celebre per una serie di apparizioni in pellicole, quali Mean Streets (Domenica in chiesa, lunedì all’inferno) di Martin Scorsese. Il negozio è stato fondato da John Jovino ed è stato di proprietà della famiglia fino al 1995, passando sotto la gestione di Charlie Hu noto anche come “Gun King Charlie”.
Odessa Restaurant
Stessa sorte per il ristorante ucraino nell’East Village aperto nel 1994. Per oltre 26 anni ha servito piatti tradizionali 24/24 e nel tempo è diventato un punto di riferimento per molti lavoratori di ritorno dai turni notturni.
William Barthman Jewelrs
Frederick William Barthman ha aperto la storica gioielleria a Lower Manhattan nel 1884 al 174 di Broadway incaricando C.P.H. Gilbert di curare il progetto della ristrutturazione. La gioielleria ha cambiato sede, ma ancora oggi è possibile ammirare alcuni elementi su Broadway studiati da Gilbert come le lettere dell’insegna sulla porta d’ingresso o l’orologio incastonato nel marciapiede.
Al momento i ristoranti a New York offrono solamente l’outdoor dining e ve ne parlo in questo articolo sulle 4 fasi di apertura a New York.
Chiusure a New York dopo il coronavirus: bar e ristoranti americani
Del Posto
La creazione più ricca e raffinata di Joe Bastianich, Lidia Bastianich e l’Executive Chef Melissa J. Rodriguez chiude. Joe Bastianich ha messo all’asta la fornitissima cantina di vini.
Chumley’s
Chiude Chumley’s uno dei miei speakeasy preferiti. Pub storico ed ex speakeasy all’86 di Bedford Street, tra Grove e Barrow Street, nel quartiere West Village di Greenwich. L’originale Chumley’s è stato inaugurato nel 1922 come un’era del proibizionismo senza parole ed è radicato nella storia intrisa di alcol della città. Divenne un luogo di ritrovo illecito per scrittori importanti come E.E. Cummings, F. Scott Fitzgerald ed Eugene O’Neill. E anche quando bere non era più illegale, il rifugio all’86 di Bedford St. rimase fedele alle sue radici segrete. Non aveva alcun segno all’esterno e si diceva che il suo indirizzo fosse l’origine della frase del settore dell’ospitalità “86’d”, che sarebbe stata coniata dopo che un cliente ubriaco era stato gettato fuori dalla porta sul retro.
The Paris Cafe
The Paris Cafe è stato uno dei più antichi pub di New York, inaugurato nel 1873 e ha ufficializzato la chiusura a inizio maggio. Conosciuto per i piatti della tradizione irlandese, americana e le specialità di pesce, nella sua storia ha ospitato personaggi come Theodore Roosevelt. Il locale offriva una vista sul ponte di Brooklyn e una serie di schermi per seguire eventi sportivi.
Gem Spa
Ha fatto scalpore tra le chiusure a New York dopo il coronavirus, il caso di Gem Spa, aperto nel 1922 all’angolo fra St Mark’s Place e Second Avenue. Ha cambiato il nome in Gem Spa nel 1957 divenendo celebre per l’egg cream, una bevanda americana a base di latte, acqua frizzante, cioccolato o vaniglia.
Gotham Bar & Grill
Il ristorante stellato nel cuore del Greenwich Village dal 1984, ha cessato l’attività all’inizio dell’emergenza. Nel mese di marzo, ha omaggiato per un’ultima volta i clienti con i piatti che lo hanno reso celebre. Gotham Bar & Grill ha vissuto anni di splendore sotto la gestione dello chef Alfred Portale che ha aperto il locale Portale a Chelsea.
(pic credit: Forbes)
Coogan’s
Tra le chiusure a New York dopo il coronavirus, Coogan’s rappresenta una perdita di spessore per il quartiere di Washington Heights. E’ stato aperto nel 1985 e il senso di comunità che si respirava al locale, è stato menzionato nel libro Crossing Broadway di Robert W. Snyder. L’aumento degli affitti nel 2018 ha portato l’attore Lin Manuel-Miranda a lanciare una petizione per raccogliere la quota necessaria e evitare la chiusura anticipata del ristorante.
Aquagrill
Considerato uno dei migliori ristoranti di pesce della città, Aquagrill ha avuto alle spalle 24 anni di attività nel quartiere di Soho. Nella sua storia è diventato noto per una vasta selezione di prodotti ittici tra cui tonno, caviale, granchio oltre a 25 tipologie diverse di ostriche.
Daddy-O
Daddy-O ha rappresentato una tappa nel West Village per newyorkesi e turisti, amanti della tradizione americana. Il locale aperto dal 1999, ha chiuso definitivamente al pubblico il 30 aprile.
Gimme Coffee
L’azienda con sede a Ithaca nello stato di New York, ha chiuso entrambe le location della catena a Williamsburg e Nolita. Gimme Coffee spera di aprire al più presto un nuovo punto vendita, nel frattempo sono disponibili sull’e-commerce oltre al caffè, abbigliamento e il merchandising ufficiale.
(pic credit: loro pagina ufficiale di FB)
Woodhaven House
Su Woodhven Boulevard nel Queens, l’omonimo pub è diventato un luogo di culto dal 2004. Banconi, specchi e oggetti in legno sono stati selezionati dal proprietario per decorare gli interni. Con un post su Facebook è stata annunciata la chiusura definitiva del locale, commentato da numerosi clienti affezionati.
Pegu Club
Aundrey Saunders dopo aver maturato diverse esperienze come bartender negli Stati Uniti, ha aperto il Pegu Club nel 2005 a Soho. Il locale negli anni ha proposto drink esclusivi come l’Earl Grey MarTEAni un infuso di tè, gin, limone e albumi crudi e una selezione di piatti ricercati come l’anatra con salsa di frutti tropicali. L’emergenza sanitaria ha costretto il Pegu Club alla chiusura dopo 15 anni.
Ed Ancora Toro NYC, Cherry Point, Randall’s Barbecue.
Chiusure a New York dopo il coronavirus: bar e ristoranti internazionali
Irish Cottage
La famiglia McNulty ha avviato l’attività di Irish Cottage nel 1960 a Forest Hills, nel Queens, un locale diventato nel tempo un simbolo della tradizione culinaria irlandese. La proprietaria ha perso la vita in seguito ad alcune complicazioni collegate al Covid-19 e i figli hanno scelto di chiudere l’attività.
Lucky Strike
Un altro pezzo di storia a Soho ha chiuso i battenti, si tratta del Lucky Strike aperto nel 1959, apprezzato per i piatti tipici della cucina francese. Sulla vetrina del locale si leggono alcuni messaggi di affetto lasciati dai clienti di passaggio.
Beyoglu
Per oltre 20 anni il ristorante turco Beyoglu nell’Upper East Side ha rappresentato un riferimento per gli appassionati della cucina mediterranea e turca. Fra i piatti più apprezzati della sua storia: il kebab, l’hummus, il Taboule e il Pilaki.
Jewel Bako e Ukiyo
Jewel Bako e Ukiyo sono stati due locali dell’East Village gestiti da Jack e Grace Lamb. Il primo, considerato un ristorante d’avanguardia per la cucina giapponese per quasi 20 anni, ha ottenuto una prestigiosa stella Michelin. Ukiyo invece, di recente apertura, era un locale intimo con pochi coperti che offriva specialità francesi.
Momofuku Ssäm Bar
Tra le tante chiusure a New York dopo il coronavirus anche Momofuku Ssäm Bar. Il locale ha aperto i battenti nell’East Village nel 2006 e ha raggiunto la popolarità offrendo un’esclusiva combinazione fra la cucina asiatica e la tradizione americana. La storica sede è stata chiusa per trasferirsi al Momofuku’s Bar Wayō a Seaport District, con un nuovo menù e una vasta scelta di vini e birre.
Nix
4 anni di attività per il ristorante vegetariano nel West Village, aperto dallo chef John Fraser e James Truman editor per Conde Nast. Nix ha offerto piatti variegati, combinando prodotti e sapori da tutto il mondo come l’hummus o i funghi rosolati tipici della cucina orientale. L’attuale situazione economica ha reso impossibile una riapertura nelle prossime settimane.
Altri ristoranti come PokéSpot, Takashi, Glady’s hanno chiuso i battenti, speriamo la lista non si allunghi troppo.
Per consigli su dove mangiare a New York potete consultare la sezione sul cibo a New York.
Articolo in collaborazione con Chiara Mezzini di Il Basket Secondo Mez.
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