30 Giugno 2020
Schiavitù e razzismo: afroamericani e la loro storia
Abbiamo dedicato l’ultimo mese alla storia afroamericana, alle origini della schiavitù e razzismo raccontando fatti dal passato e momenti che hanno segnato il presente. A un mese dalla morte di George Floyd, le prime pagine di quotidiani, telegiornali oltre ai social media hanno riportato la cronaca e le proteste della storia per aiutarci ad analizzare l’attualità. Parole come XIII emendamento, Black Codes e altre nozioni legate a schiavitù e razzismo, meritano uno spazio adeguato per coglierne il valore storico. Abbiamo cercato quindi di approfondire espressioni legate alla storia afroamericana, cercando di capirne il significato e l’impatto sulla società moderna.
Schiavitù e razzismo: la Guerra Civile e il XIII emendamento
I soldati neri e la Guerra Civile
Fino alla Guerra Civile agli afroamericani era negata la possibilità di arruolarsi nella U.S. Army. E’ stato l’abolizionista Frederick Douglass, a sostenere il coinvolgimento dei soldati di colore per rafforzare l’esercito e contrastare l’ideologia che supportava schiavitù e razzismo. La legge sulla milizia del 17 luglio del 1862 ha permesso ai primi afroamericani di essere chiamati a combattere a sostegno della Union Army. La svolta è arrivata l’anno successivo quando il governatore del Massachusetts John A. Andrew ha chiamato ufficialmente alle armi gli afroamericani. Oltre 1000 soldati hanno accolto l’invito formando il primo reggimento di colore nel nord del paese il 54th Massachusetts Infantry Regiment. Nonostante la partecipazione alla guerra civile e le oltre 40 000 morti, gli afroamericani hanno dovuto affrontare la disparità salariale rispetto ai soldati bianchi.
XIII emendamento
Il XIII emendamento approvato nel 1865 prima dalla Camera e in seguito dai singoli stati, ha sancito formalmente la fine della schiavitù a patto che non venisse utilizzata come punizione per un crimine. Gli stati del Sud che hanno a lungo beneficiato della manodopera degli afroamericani, hanno promosso le incarcerazioni di massa come forma di repressione e controllo. I pregiudizi oltre alla paura nei confronti dei neri, si sono fatti strada nell’ideologia dell’epoca, giustificando la presenza di schiavitù e razzismo.
(pic credit: stolenhistory.org)
Ecco 20 film su razzismo che consigliamo di vedere, incluso “13th” che parla appunto del tredicesimo emendamento.
Schiavitù e razzismo: Jim Crow Laws e Black Codes
Jim Crow Laws
Le leggi Jim Crow sono una serie di regolamentazioni emanate dai singoli stati americani a partire dal 1876. Prendono il nome da “Jump Jim Crow” una canzone-parodia sulla schiavitù e razzismo nei confronti degli afroamericani del 1832 cantata dal cabarettista Thomas Dartmouth Daddy Rice. L’espressione Jim Crow è entrata tra l’altro nel Dizionario di Inglese Americano del 1904. L’obiettivo di queste legislazioni era l’emarginazione degli afroamericani negando principalmente il diritto di voto, la scolarizzazione e il lavoro. Anche la vita sociale ha risentito del loro impatto vietando l’accesso agli afroamericani a parchi, ristoranti e teatri.
Tra i nomi che hanno fronteggiato l’avanzata delle leggi Jim Crow c’è Ida B.Wells, un’insegnante che ha rifiutato di lasciare il posto in prima classe nella carrozza di un treno designata per i bianchi. Charlotte Hawkins Brown invece, è stata la prima donna della storia afroamericana ad aprire una scuola per persone di colore nel North Carolina. Ancora Isaiah Montgomery ha fondato la città di Mound Bayou nel Mississippi nel 1887, un territorio autonomo per gli afroamericani. Il Voting Rights Act del 1965 siglato da Lyndon B. Johnson ha messo fine alle Jim Crow Laws, ma gli episodi di schiavitù e razzismo sono arrivati fino a oggi.
Ma come nascono schiavitù e razzismo? Ve lo racconto in questo articolo.
(pic credit: Historic Alaska)
Black Codes
Per normalizzare schiavitù e razzismo sono stati introdotti i Black Codes, leggi locali o di stato per veicolare la libertà degli afroamericani. Regole rigide che stabilivano tra le altre cose le condizioni di lavoro degli schiavi e il loro compenso. I primi stati ad aprire la strada ai Black Codes alla fine del 1865 sono stati il Mississippi e il South Carolina. Gli afroamericani potevano sposarsi, stipulare contratti e testimoniare in tribunale, nel caso fossero coinvolte persone di colore, ma restavano molte restrizioni. In caso di interruzione del rapporto di lavoro si rischiava l’arresto, violenze oltre ai lavori forzati.
In questo articolo trovate i 10 personaggi più influenti per la conquista dei diritti afroamericani.
Schiavitù e razzismo: Ku Klux Klan e Black Panthers
Ku Klux Klan
Fondato a Pulaski nel Tennessee nel 1865, con l’obiettivo di organizzare azioni violente contro gli afroamericani e i sostenitori della Ricostruzione, le prime due parole Ku Klux alludono alla parola greca “kyklos” che significa “cerchio”. Nel 1867 è stato scelto il primo leader Nathan Bedford Forrest. Il Ku Klux Klan organizzava attività segrete per ristabilire la supremazia bianca. Entro la fine del 1870 il gruppo estremista ha ottenuto consensi in tutti gli stati del Sud. Per distinguersi, spesso i membri del clan indossavano una lunga tunica bianca, una maschera e organizzavano gli incontri durante la notte. La seconda generazione attiva nei pressi di Atlanta nel 1915 contrastava la presenza degli afroamericani, dei cattolici, degli ebrei e in generale degli stranieri sul territorio locale.
Black Panthers
Il Black Panthers Party è stato fondato nel 1966 da Huey Newton e Bobby Seale per contrapporsi alla violenza esercitata dalla polizia nei confronti degli afroamericani oltre alla schiavitù e razzismo. Riconoscibili perché spesso indossavano cappelli e giacche di pelle neri, hanno avviato attività di propaganda e consenso tra le minoranze delle grandi città. I fondatori hanno stilato il Ten-Point Program, un programma in dieci punti che raccoglieva obiettivi e il pensiero del partito. Sono numerosi gli episodi di scontro con la polizia che ne ha denunciato le iniziative violente. I Black Panthers sono stati promotori di programmi sociali per gli afroamericani nelle scuole per l’infanzia e programmi di tutela sanitaria in 13 stati.
(pic credit: pbs)
Schiavitù e razzismo: the Great Migration
La Grande Migrazione è un movimento sorto durante la Prima Guerra Mondiale che ha spinto gli afroamericani a trasferirsi da sud a nord alla ricerca di una nuova vita. I primi anni sono stati caratterizzati dalle difficili condizioni lavorative, l’aumento degli affitti e le agitazioni fra neri e bianchi. Il continuo crescendo delle tensioni ha portato alla sommossa di Chicago del 1919 che ha provocato vittime e feriti. Gli afroamericani hanno creato delle comunità all’interno delle grandi città per ristabilire il senso di appartenenza come nel caso di Harlem a New York.
Se siete interessati a scoprire questo quartiere cosi diverso dal resto di Manhattan, date un’occhiata al nostro Tour di Harlem (con Gospel solo di domenica, senza Gospel su richiesta).
La Grande Migrazione è stato uno tema ritrovato nel cosiddetto Harlem Renaissance, il primo movimento culturale di colore negli Stati Uniti.
Per approfondire questo tema in particolare, ecco la sezione di Razzismo, Schiavitù e Proteste.
Articolo in collaborazione con Chiara Mezzini di Basket Secondo Mez.
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